lunedì 6 settembre 2010

La via del sale
Le origini della via Salaria si perdono nella notte dei tempi. Di essa vi sono, come è ovvio, numerose citazioni negli autori romani ma la sua nascità è molto più antica. Ne abbiamo notizia nel 394 (Livio VII, 9 e 19) poichè i galli vi si accamparono prima di una battaglia contro i romani.
La via Salaria deve il suo nome al sale che i Sabini attraverso essa dalle spiagge adriatiche. I romani una volta soggiogati i Sabini la prolungarono fino alla loro porta Collina (Festo, XVII).
La via riveste nella storia un ruolo di grandissima importanza commerciale, dato il valore del sale in epoca preromana e romana, e strategica (la utilizzarono ad esempio Cesare durante la guerra civile, i romani per soggiogare i Sabini, i vandali per invadere Roma).
Tra le molte bellezze riscontrabili un tempo ai suoi lati val la pena ricordare i templi di Venere Ericina, i tre tempi della fortuna e il sepolcro di Caio Mario.
Augusto estese il nome all'intero percorso Roma - Rieti - Antrodoco - Porto D'Ascoli (Castrum Truentinum). Essa mantiene intatta nella storia la sua funzione di collegamento tra mare Adriatico e Tirreno.
La strada romana era larga più di 4 metri ed era composta da ghiaia e piccoli ciottoli amalgamati da sabbia e argilla (modalità di costruzione ancora rintracciabile nel comune di Posta).
La Salaria oggi
Attualmente la via Salaria è oggi più che attiva e funzionale (SS4 - Strada statale 4). L'attuale via Salaria segue fondamentalmente il percorso della Salaria Nova, costruita ai tempi dell'imperatore Nerva. Esce da Roma incrociando l'A1/A90 e s'interrompe incrociando l'Adriatica in località Porto d'Ascoli, a San Benedetto del Tronto.
Essa ospita strutture importanti come un dipartimento della Facoltà scienze della comunicazione o il Salaria sport village recentemente divenuto oggetto di attenzione nazionale. Numerosi anche i B&B e gli hotel sulla via Salaria, oltre a negozi e servizi di qualsiasi tipo che la rendono una via centrale per la mobilità romana odierna.